riconoscimenti

I RICONOSCIMENTI

I riconoscimenti

 

Indubbiamente ricevere premi per il proprio operato è cosa molto gradita a chiunque si ponga di fronte alla valutazione di una giuria, ma spesso, aldilà della retorica, non sono targhe o trofei a darti le emozioni più forti.

Vedere gli occhi lucidi della persona che si ritrova nei versi che gli hai dedicato,leggere lo stupore sul volto di chi si sente compreso nel profondo dalle tue parole ti rendono consapevole dell'enorme potere della poesia...

 

...creare emozioni...

A proposito di premi

 

Vorrei ringraziare infinitamente i miei cari colleghi poeti, che, non avendo niente da fare durante la giornata, trascorrono le ore a sbirciare le poesie degli altri ed a scrivere alle segreterie dei concorsi letterari con poca conoscenza delle regole e dei bandi. Sono gli stessi che cambiano i titoli ai loro testi,copiano brani di altri e fanno qualsiasi oscenità pur di avere una qualche visibilità nel mondo letterario. Piccole personcine squallide e di poco valore.

Vorrei ringraziare anche tutta l’organizzazione di un certo concorso (non cito il nome ritenendomi una persona con una educazione non pari alla loro ), che non avendo la più pallida idea di che cosa sia un bando, con una maleducazione unica (mi hanno dato anche della disonesta) hanno provveduto a squalificare il mio testo dal premio.Tutto normale se la comunicazione del'lingiusta 'esclusione non fosse avvenuta durante la cerimonia di premiazione . Faccio presente a tutti quelli che mi leggono che avevo mandato una poesia a giugno al suddetto concorso, che per la prima volta è stata premiata in un altro concorso a settembre. Quindi secondo gli articoli dei bandi, perfettamente in regola. Ma forse questo è un concetto troppo complicato per poter essere compreso da persone che si ritengono di elevata cultura.

Grazie a tutti per l’educazione ed il comportamento che mi avete riservato.

 

 

Ps…la solita poesia ha vinto nel mese di ottobre anche due altri importanti premi…ma questa è un’altra storia…

 

“L’invidia è la religione dei mediocri. Li consola, risponde alle inquietudini che li divorano e, in ultima istanza, imputridisce le loro anime e consente di giustificare la loro grettezza e la loro avidità fino a credere che siano virtù e che le porte del cielo si spalancheranno solo per gli infelici come loro, che attraversano la vita senza lasciare altra traccia se non i loro sleali tentativi di sminuire gli altri e di escludere, e se possibile distruggere, chi, per il semplice fatto di esistere e di essere ciò che è, mette in risalto la loro povertà di spirito, di mente e di fegato.” (C.L.Rafon)

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