Vincitrice del premio Formica Nera-Inserimento antologia del premio-
Vincitrice primo premi Albatros- Il latte dalla nascita per tutta la vita- con "Del bianco"
Vincitrice del premio Ariodante Marianni- Borgo Ticino" con il racconto "Matilde"
Vincitrice del premio "MangiareBere" con "La pizza di Nonna Margherita"
Vincitrice del premio "Storia di un partigiano" Anpi-Lastra a Signa con "Le rose di Stazzema"
Vincitrice premio "Voci Verdi"-Bassano del Grappa- con "Un'ape sul cuore"
Vincitrice del premio "Abitare la città"-Andria-con "La casa delle conchiglie bianche"
Vincitrice del premio Amnesty International Mantova -Versi diversi- con "Guantanamo"
Vincitrice premio Associazione Panni con "Italia"
Vincitrice premio "Rime sotto la luna"Alberone di Cento- con "Miriam Maria"
Vincitrice del premio "Le parole di Arianna" con il racconto "Matilde"
Vincitrice premio" Incontrarti" con "I sandali grigi di Auschwiz"
Vincitrice premio Acitrezza con "La casa del nespolo"
Vincitrice del premio "Franco Rosa"a Pozzallo con "Clandestini"
Vincitrice premio Città di Capannori con "Le strade di Amherst"
Vincitrice premio Sant'Alfonso a Cava de Tirreni con" Medjugore"
Vincitrice premio Il lancio della penna con "La neve di Gerusalemme"
Vincitrice premio Apice città di Venaria Reale- sezione Unità d'Italia"con "La luna di Sapri"
Vincitrice premio Akkaprossimali con "Roma"
Vincitrice premio Mondo Artigiano-Erba-con "La bottega del falegname"
Vincitrice assoluta premio "Idea donna lui-lei" con "Le madri di Plaza de Mayo"
Vincitrice premio "Una poesia ad ognuno dei cinque"-connubio Italia-Cuba-
Vincitrice premio Stefano Marello con "La luna di Sapri"
Seconda classificata premio narrativa Capit Viareggio con "Margherita e le stelle d'Atacama"
Seconda classificata premio Carmelina Spada con "Quarantadue lune"
Seconda classificata premio Castorano-Scrivere per musica-con "Il violino"
Seconda classificata premio "Le ali di Pindaro-Procida" con "Il canto d'Ipazia"
Seconda classificata premio Capit-Roma- con "Le madri de Plaza de Mayo"
Seconda classificata premio poesia d'amore Elvezio Petix-con "Miriam Maria"
Seconda classificata premio poesie al Bar Ravenna con "Miriam Maria"
Terza classificata premio Fragrassi-Pescara-con"il colore delle ciliege rubate"
Terza classificata premio San Giacomo- Ferrara- con "La notte di Mostar"
Terza classificata premio Di verso in verso con "Gli occhi di mio padre"
Terza classificata premio "Le ali di Pindaro-Procida" con "Penelope"
Terza classificata premio Enrico Zorzi-Verona-con "Carabinieri"
Terza classificata premio Lilly Brogi-La Pergola arte-con "C'era una volta la mia citta'"
Terza classificata Arcobaleno della vita con la silloge "Un filo di tempo"
Terza classificata premio Fucecchio con "L'albero del sole"
Nella disadorna strada delle stelle
nel liquido lucore della forma
ho cantato amore
tra l'albero di ciliegio e gli alisei
in un tempo di iridescenze verdi
in questa terra dissacrata a turpe scempio
ho toccato i vostri riccioli di seta
l'amoroso inganno della luce
in una sera che accendeva fuochi alle colline
diamanti tra gli ulivi della vita
il giorno reclinava a luna nuova
regalava cristalli all'orizzonte
nell'umile resa della sera
ho trasformato pietre in odorose viole
ciottoli di mare in impavide ginestre
ed era chiara la mia voce
vi chiamava ai fiori di cappero ai muri delle chiese
ai tamburi di San Giorgio
ai confini delle dimenticanze
in questa vita che cammina controvento
di arancio e pesca sulla pelle
che esonda di pece
senza scettro, né corone
con una rosa nera sbocciata alle soglie del cuore.
In controluce.
"C'è la forte e al tempo stesso delicata esperienza di un incontro capace di trasformare pietre in odorose viole, con la chiara sensazione di toccare riccioli di seta in un amoroso inganno di luce e con la consapevolezza di trovarsi in una terra dissacrata a turpe scempio, e c'è la finezza e la testimonianza di una fede sopraggiunta, dopo esseree stata agognata e richiamata in ogni luogo. Le immagini si susseguono incalzanti soprattutto grazie all'assenza di punteggiatura e trovano un equilibriata misura del ritmo moderno dei versi che, sottratti alla conta delle sillabe, si affidano alla musicalità spontanea e naturale del linguaggio poetico."
Italia
Io ormai vecchia, gli occhi bambini e tristi
violentata da supplicanti e maghi
vivo morbida di noia
scrutando femmine vendute ai banchi del mercato
piccini con poche briciole di pane
ho vesti in fiamme, il seno nudo di farfalla
un incantesimo di luce al cuore
i fianchi floridi di donna
nella gola l'odore del letame
ho piedi stretti appoggiati su ossa di ciliegio, su rosari persi tra conchiglie
i capelli sono sciolti al vento
ed è rosa la trama ordita del drappo che mi fece donna
le mani dove si impigliano parole
i solchi che fecero l’amore con il mare
io vivo su una pieve addormentata
offrendo scherzi a giullari di zucchero filato
contando un unico dolore
la malinconia che scende a sera sopra il viso
io mi chiamo Italia
ed ho memoria
non voglio perdere per tutto ritrovare
voglio l'amore fiero delle donne, città colme di lana
e fiori a primavera rossi
e tra lingua e ciglia il profumo della libertà.
"Il testo eccelle per le capacità di rendere simbolicamente la dolorosa decadenza di un grande paese, attraverso uno stile ed un linguaggio raffinati"
Lo sguardo avanti a fissar il nulla
a testa bassa,camminano ogni mattina
uomini distratti dalle labbra di qualcuno
sanno di mare, di maestrale, d'altrove
reduci di un paese nero
negli occhi il gesto di posare la ciotola del cane
nel cuore un ponte che non si può varcare
spiano con ansia il sole
clandestini nel loro viso d'occasione
in quel brusio strano nella piazza del paese
acanto alla fontana
contando anni scivolati dalle tasche del cappotto che non hanno
resistendo al giorno, ad un alfabeto strano
cercano amici dalla pelle chiara al sobbalzo dell'ultima campana
le mani tagliate dalla pioggia
avanzano come sergenti nella neve
cercando di spaccare il cinque
dando scacco matto alla pochezza della vita
sognano un volo d’aquila pezzata,
e a volte nella piazza antica
in giorni profumati di glicine e di sole
trovano un’illusione
il sapore della terra libera
un movimento di parole, un’eco in forma di dolcezza.
"Procedendo attraverso l'efficace accumulazione di immagini, tutte intensamente evocative pur nella varietà dei toni, la poesia attraversa coerentemente il tema proposto ,concedendo spazio privilegiato alla misura lirica ed esistenziale dell'immigrazione.Coniugando le aperture del dettato poetico alla comunicatività piana della prosa con l'intento di salvare uno specifico della poesia, sostanziato dalla musicalità e di un ricco tessuto retorico.La poesia offre un esempio pregevole di come si possa adottare costruttivamente la specola di chi si trova dall'altra parte."
E tra corde ed arpeggi
come un roseto in fiamme sale in alto il canto d’Ipazia
cercando un Ade misterioso
le infinite spoglie di qualche Dio immortale
brilla in un florilegio di luce
in uno scialo di nuvole e foglie
puntellandosi ad un senso
ad un sole senz'ombra
ancorato ad un fragile respiro
si libra al vento con il tarassaco
nel ramo ardente dell'estate
occupando spazi obliati
disimparando il pianto
fino ad avvolgersi nell'infinito delle stelle
bianco di neve sotto le ciglia chiuse
e poi solo silenzio
deserto,acuto stridente
il passo felpato di una gatta nera
tra i riarsi sentieri d'Alessandria
le lunghe e oscure ombre della sera
a far l’amore tra la lavanda e il timo
ed il corpo esangue d’Ipazia nell’orto di Morgana
in compagnia di due civette d’oro
mentre gli occhi permettevano il sentiero all’ultima marea.
"I versi celebrano con maestria la forza e la delicatezza, la caparbietà e l'abbandono di una grande donna del passato,predestinata ad una fine tragica a causa di un'insolita passione, quella per il sapere e la conoscenza. Ma bene si legge tra le righe del componimento di quanto questa donne seppe coniugare con naturalezza il suo essere femminile e la forza di un pensiero potente. L'autrice propone un'atmosfera di grande suggestione con un riuscito intreccio tra stati d'animo ed elementi del paesaggio naturale che si collocano in una prospettiva meta-temporale."
C’era una volta la mia città (….A Prato)
E' piena di vento la mia città
leggera e lucida come la seta
devota alle tiepide utopie di settembre
ingiallita in vecchie foto d'almanacco ormai stracciate
sconfitta dalle armate silenziose dell’oriente
allunga il cuore in realtà dure come il diamante
semplici come il pane
ora che il suo canto antico si è zittito
e la polvere d'oro del passato si è tramutata in cenere.
Tace, senza alcun sorriso,
sconnessa, confusa, febbricitante
quando si specchia nell'ultima luna
sognando l'età dell'oro
il ballo di fine estate degli Ambersen
ma è bigio l'intonaco dei capannoni
arrugginite le lattine di Red Bull abbandonate sui marciapiedi
spremute di rabbia
adesso che il passato affonda sui tempiali
e le ombre degli astanti si posano su pareti di legno scuro
mentre in cielo brilla un'unica stella
ridicolmente sola.
"L'autrice descrive poeticamente la tremenda verità che coinvolge la sua città natale, solo spettatrice, e senza acrimonia denuncia il declino di un luogo a lei tanto caro, lanciando così un appello d'amore poetico."
Mi fissano e sembra quasi che sorridano
accanto ad una rosa rossa di cera
ad una sciarpa sfilacciata
i sandali grigi di Auschwitz
immobili su un piedistallo fatto di tenebre e dolore
camminarono ai piedi di un bambino divenuto vento
bucando il ghiaccio dell'inverno
la lussuria di mostri con le bocche pallide
scivolarono in silenzio tra l'aria e la battigia
in una caduta e un volo
sognando abissi verdi
mani farfalle
pagliuzze bionde d'oro
anelarono a un mondo incantato
alle melodie d’amore
a foglie col soffio di primavera
prima di finire nell'apice del buio
in un triste mattino di gennaio
mentre la follia umana disegnava morti con i pastelli a cera.
E in cielo vibravano stelle scelte e spudorate
perpetuando l'illusione di un temporale
prima del nulla.
"Senza retorica e senza rischi di ripetività, l a lirica si fa portavoce di un ricordo indelebile alla luce di un pensiero che ritorna per non dimenticare."
Le strade di Amherst (A E. Dickinson)
Illuse dal tepore del tempo
muro di sogno alla fantasia
sbocciano e tremano
pronte al germoglio
le tue parole
si curvano a muro d'ombra
in un fiato lieve di candela
in un vapore di timida marea
ladre d'argento e semi d'oro
danzano sulla sera che brucia sui limoni
rifugiandosi tra memoria e sillabe di cuore
curvandosi sulle strade di Amherst
fragili farfalle
appese alle foglie luccicanti del mandorlo fiorito
furono baci d'inchiostro sulla tua penna bruna
e ancor oggi ruggiscono selvagge
nel viaggio intrepido dell'Orsa
un tremulo grido di nibbio tra le canne
velieri azzurri in perenne solco d'onda
piccoli diamanti in un crepuscolo immortale.
"Un delicato accendersi di colori accompagna il silenzioso mistero di un rito, quello di un dono che si ripete senza conoscere la polvere delle stagioni. Si schiudono alla memoria le poesie di Emily Dickinson, evaporano e ci guardano come una carezza lontana, inaspettata e calda.Si confondono tra le strade che lei stessa ha percorso, si dispiegano in multiformi aneliti di vita. L'autrice le richiama e le amalgama in un sinuoso crescendo di movimenti , dando loro la consistenza evanescente di attimi sottratti all''indifferenza . Come baci d'inchiostro che delimitano in controluce il territorio fragile e non finito delle parole, i versi indossano la scintilla dell'emozione, che , sebbene tremante, non teme di essere svelata".
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