Tiziana Monari Opere

 

 

 

Biblioteca Testi Brevi Edizioni

Racconti brevi e poesie

Pagg. 23

 

 

 

 

C'é 'il malincanto, in questo quaderno di poesie, risultato del premio letterario Patrizia Brunetti.Quello sottile e leggero della vita che scorre tra mare e terra e colpisce tutti gli esseri viventi, anche il toro che innocente muore nell'arena alle cinque della sera. Cè un andare e venire dei versi ritmico, leggero, immaginifico ma quasi rassicurante, senza scosse, senza pentimenti. C'è l''enigma del peso dell'esistenza, della vita vissuta sempre in balia del vento, ci sono gli scogli in cui l'uomo inciampa, e cade, ma sempre si rialza a viso aperto, per continuare il duro e spesso inutile cammino. Ci sono i dubbi, le paure esistenziali,il gioco sottile della vita che ti illude e ti porta con se' non dandoti nessuna possibilità di condurre il gioco. E vibra il dolore che diventa grido universale come in Leopardi o in Schopenhauer, un dolore talmente stretto all'essenza dell'uomo da risultare quasi amabile, un amore -dolore che cattura nelle sue spire e rende prigionieri nella catena dei giorni. Ma dalla nullificazione oscura, dal perdersi senza ritorno, spuntano brevi lampi di luce.

La vita può essere fango e terra, il cielo può essere buio e sferzato dai temporali , ma ogni tanto qualche bagliore arriva. Non importa se per l'autrice irraggiungibile, ma c'è e la salva da quel vuoto e dal nulla delle azioni e delle parole.

Il quaderno contiene anche tre racconti inediti risultato dell'omonimo premio.

Del dolore

(a mia madre)

Ed arrivava ogni giorno il dolore

delicato, liquido, elegante

dipanandosi nei filamenti dell’esistenza

chiazzando di macchie dorate il volto

di mia madre

conquistando in un connubio incestuoso

le infiorescenze dei suoi giorni

a risarcimento di un debito

di cui non aveva memoria

si mescolava dentro, chimico, vorace, infinito

violando il suo corpo affilato

la mappa dei suoi muscoli

un orco delle fiabe

dalla piccola mollezza criminale

che appuntito come un coltello

si faceva strappo

annullando la luce delle comete

il profumo del glicine sotto il pergolato

era un fresco olocausto la vita

quando si addormentava stanca

tra gomitoli e ferri da lana

tra piccoli riquadri di maglia colorata

sognando alberi di ciliegio

con la corda tirata

il profumo del bucato steso ad asciugare

il trionfo dei lillà

accanto al cancello di ferro battuto

e poi un altro giorno ancora

cercando di guarire la morte

e non pensare

a quel richiamo lontano che si faceva urlo

nodo scorsoio

vibrava di imprecisioni

in un orizzonte dagli occhi chiusi.

E non aveva volo ma solo il precipizio.

I lupi del nord

(Argentina 1976)

 

E arrivavano

prima che il crepuscolo

si facesse firmamento

i lupi venuti dal nord

la Falcon verde tracciava un labirinto

che le lacrime non conoscevano

abbagliando il canto delle gazze ladre

il silenzio immobile delle foglie.

 

Era l’orrore che sbocciava alle spalle

acerbo come le rose

tiepido e pallido come le ossa

si stagliava lungo i dossi delle stagioni

caldo d’abbandono

schiarendo meraviglie di madre

toccando dolcemente occhi innamorati

tra il dormiveglia ed il sonno.

 

Tutto si accendeva di buio

il rosso del tulipano al tocco

le bolle di sapone

da raccogliere tra le dita

i bimbi sul ciglio della strada

in cerca della palla

le bambole mute sventrate sopra il letto

si consumavano di schianto

i capogiri d’amore

i campi fioriti dentro

i sogni affidati alla culla del girasole.

 

Soffiava un vento cattivo

quando le falangi degli angeli

calcavano il contorno del cielo

si allungavano ad una terra di mezzo

al Rio de la Plata

che scorreva lento di morte

lungo la memoria dell’uomo.

Non c’erano stelle

nelle lunghe notti delle matite spezzate

d’amore e d’ombra era la vita

quando a la Boca Dio ballava il tango

infrangendo

il silenzio immobile della sera.

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