Edit Santoro Edizioni
Silloge poesia
Pagg. 58
Silloge idea donna
L'autrice ci commuove e ci esalta pacatamente in un contesto letterario ben riuscito trattando in maniera superba, con estrema delicatezz,a attraverso immagini suggestive quanto dolorose il tema delle donne. C'è il dramma di Elizabeth Fritzl violentata per oltre vent'anni dal padre, c'è Dolores bella come la disperazione, c'è una dama bianca e ci sono le coraggiose madri di Plaza de Mayo provate dall'esistenza e dal dolore. Procedendo attraverso l'efficace accumulazione di immagini, tutte intensamente evocative pur nella varietà dei toni, la poesia riempie la silloge concedendo vasto spazio alla misura lirica ed esistenziale.Coniugando le aperture del dettato poetico alla comunicatività piana della prosa, sostanziato dalla musicalità di un ricco tessuto retorico,Tiziana ci offre un esempio pregevole di come si possa adottare costruttivamente la specola di chi si trova dall'altra parte.
(A Elisabeth Fritzl)
E lui arrivava ogni giorno
alla venticinquesima ora
Il mio cuore che era la sua casa
un bracconiere sulla preda
a raccogliere un fiore
nel giardino di cemento
gli occhi fissi,
teneramente impassibili
per fare di me
la sua venticinquesima ora
la sua ossessione,il suo peccato
il tramonto era un fremito di pupille
sulle sevizie tenere dei miei fianchi
sul mio seno candido
sulle labbra di rugiada
che boccheggiavano tra i lamenti
aveva crepe di passaggio la notte
quando lui
titano dalle braccia conserte
si scioglieva nei miei pori vergini
nel mio corpo schiuso di farfalla
nella brace sottile della perdizione
Ed io leccavo il buio,
leggera come una lucciola
lo stupore crudele della vita
in quel tempo che bruciava
Incenerendo a poco a poco
illusioni e dolori
Il principio e l’infinito
La morte era una ragazza eterna
quando lassù al piano di sopra
era ancora primavera.
(ad E. Hemingway)
L’ho sempre amata la morte
il suo cuore barbone
la sua pelle sottile d’angelo nero
la cercavo di notte
nel torbido guazzabuglio di amori straccioni
negli occhi di fuoco di un miura
in un safari nell’Africa nera
nella bonaccia di una pesca d’altura.
L’ho amata di spalle con il respiro soffiato
in un letto di terra bagnata
in un daiquiri alla menta
succhiando i suoi seni sottili
le sue labbra coperte di rena
l’ho vista nuda e allettante
in un luglio lontano
in un cammino di foglie
i suoi fianchi ondeggianti nel vento.
Aveva una pallottola in tasca
un ghigno d’incanto
le ali d’airone
quando come una sibilla Cumana
con una pietra e una fionda
mi ha baciato la fronte
e mi ha chiesto di fare l’amore.