Premi dell'anno 2022


Prima classificata Premio Firenze capitale di cultura

Primo premio Letteratura d’amore
Prima classificata Todi la città che amo
Primo classificata premio Giuseppe Ungaretti Condividendo poesia
Prima classificata premio I borghi dell’alta Tuscia
Prima classificata Università popolare Spinea
Prima classificata premio Maria Dolens
Prima classificata premio Roddi
Prima classificata premio Anselmo Spiga sezione narrativa
Seconda classificata premio città di Voghera
Seconda classificata premio Città di Tricesimo
Seconda classificata premio Piersanti Mattarella
Seconda classificata premio Ciaia
Seconda classificata narrativa premio Leonardo
Seconda classificata premio Patrizia Buracchi
Seconda classificata premio San Domenichino
Seconda classificata premio La girandola delle parole
Terza classificata premio città di Vignola
Terza classificata premio Auser Forlì narrativa
Terza classificata premio La gorgone d’oro
Terza classificata premio Maria Virginia Fabroni
Quarta classificata premio Poseidonia Paestum
Quinta classificata premio Cipressino d’oro narrativa
Premio speciale “Oceano nell’anima” concorso Arte in versi
Premio speciale donna concorso Alda Merini
Premio speciale la Rocca Città di Campi Bisenzio
Premio speciale I versi non scritti
Premio di merito San Valentino Borgo Garibaldi

Menzione premio Nuovi occhi sul Mugello-Letteralmonte-Premio per la pace-Il litorale-Città di Cortona-
Cipressino d’oro-La Rondine-Castello di Supramonte-Roddi

Due giudici (dedicata)


Era il tuo sguardo che dava movimento all’orrore
senza peso, né carne, un soffio di brace dispersa
lo sfumare dei colori in un angolo di cielo
era la paura rimasta sotto le ciglia a scavarti un luogo
dove nascondere gli accordi dell’anima
il sorriso vestito di bianco confuso nel pallore della sera

era la pena che ti rabbuiava il viso
la voce crepata, le sonore liquide
le labiali che facevano l’amore con la morte
le ali strappate a filo di spada
il mondo che ruotava senza memoria
a renderti immortale nell’ombra di un maggio lontano

ed il corpo in una silenziosa mietitura
vedeva l’annunciazione capovolta
l’onda che si irradiava ovunque
il destino di strage già compiuta
e le grida, la terra macchiata di sangue
l’inferno che apriva le porte ai sogni
i passi che si muovevano senza mai arrivare.


Nel tuo sguardo fugace, Giovanni
l’ho vista la disperazione, l’occhio sadico di Dio
il paradiso che diventava prigione
e poi niente che avesse un divenire
la sera che ci sorprese ormai lontani

non riuscimmo a fermarlo il vento
entrò nel passato, restò ombra
e la pioggia sghemba tintinnando
fu piovasco sulle erbe chinate e sulle siepi
si insinuò nell’amore che ci portavamo addosso
recise i nostri nomi in una triste nenia dell’addio

l’alba tagliava il cortile, il punto di fuga
e noi cercavamo il lungo sonno dei mandorli in fiore
il tempo senza voce che implorava pace.
Scomparsa con la polvere e le mosche
prima che si alzasse dal mare il vento.



(A Giovanni Falcone e Paolo Borsellino)